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ARIA si propone di partire dall'ascolto delle persone con disabilità e delle loro famiglie.
Di accogliere le singole storie di vita, facendo insieme ricerca di strade, soluzioni, opportunità che possano migliorarne la quotidianità.
Di analizzare poi quali possano essere temi comuni di difficoltà che ostacolano l'inclusione e le pari opportunità.
Infine, di mettere in atto l'azione migliore, concreta e innovativa per innescare il cambiamento che le persone con disabilità chiedono e desiderano.
Avete presente quel momento in cui si ha in famiglia un neonato o un bimbo piccolo, sotto i 2 anni di età?Se siete stati genitori, vi ricordate quel tipo di stanchezza, nel stargli appresso giorno e notte?Il senso forte di responsabilità verso un esserino la cui sopravvivenza dipendeva solo da voi?Avete ancora in mente la "nebbia" che vi pervadeva dopo tante notti insonni?La stanchezza emotiva nel non riuscire a decifrare i pianti prolungati e i comportamenti anomali del bimbo?La vostra identità di persona vacillare nel non avere più tempo ed energie da dedicare a voi stessi?Ecco. Provate ora a moltiplicare quel periodo per due, per cinque, per dieci, per tutta la vita.E avrete più o meno un'idea di cosa significhi accompagnare un figlio con disabilità nella crescita.A meno che...A meno che qualcuno intorno non si impegni ad aiutare. Non qualche manciata di ore sparse.No, aiutare nel costruire un vero sistema di supporto perché i genitori (...e le mamme, soprattutto), possano essere sostituite in qualunque momento e per qualsiasi incombenza: il mangiare, l'addormentarsi, fare la doccia, tagliare i capelli, fare una visita medica, camminare in montagna, nuotare in piscina, occupare pienamente le giornate.Solo così si potrà riprendere a respirare, a lavorare serenamente ogni giorno, a guardare al futuro con fiducia.ARIA esiste per questo. Proviamoci, insieme.
Stamattina ho letto per caso questo proverbio ceco:“Imparate una nuova lingua e avrete una nuova anima.”Ho pensato a quante “nuove anime” costruiamo nel vivere accanto ad una persona con disabilità.Non si tratta certo di imparare l’inglese, l’arabo o il cinese.Le “lingue” che riguardano l’essere umano possono essere tante e diverse.Quelle che riguardano le persone con disabilità sono ancora più numerose e sofisticate.Perché, quando per vari tipi di difficoltà viene meno il linguaggio verbale, si è obbligati a trovare altri modi per comunicare e per mettersi in relazione.Ci sono linguaggi codificati come il Braille, la lingua dei segni o la comunicazione aumentativa per immagini. Ma a volte non bastano. Ed ecco che si costruisce una possibilità di partecipazione tramite lo sguardo, tramite un tocco, tramite i respiri.E poi c’è il linguaggio più universale e meraviglioso di tutti - quello del cuore - che ci fa stare insieme, ci fa comprendere, ci fa prendere decisioni tramite un sentire ed una connessione profonda.Questo allenamento al rendere possibile lo scambio e la relazione anche in presenza di tanti ostacoli, ci regala la possibilità di diventare attenti, aperti, sensibili e disponibili a supportare chiunque desideri comunicare.Ci rende capaci di essere “poliglotti”, di conoscere e “parlare” ogni linguaggio utile ad ogni essere umano per poter esprimere sé stesso, in ogni momento, in qualsiasi modo.
Dopo interminabili giorni di grigio e pioggia, questa mattina il cielo si è rischiarato, permettendo al sole caldo e luminoso di splendere e far brillare i meravigliosi colori dell’autunno.La sensazione che ho avuto è stata di conforto, parola che descrive un senso di sollievo e ristoro fisico.Lo spuntare del sole mi ha fatto pensare alle mamme della nostra Associazione: a quante volte arrivano al loro incontro settimanale con grandi pesi, rabbie, tristezze, difficoltà.E a come poi tornano a casa più leggere e con il sorriso.Come il sole dopo la pioggia, anche la presenza delle mamme ha a che fare con il conforto.Sentirsi profondamente accolte e capite. Posare le fatiche nell’abbraccio di chi vive una quotidianità simile. Condividere i problemi, ma soprattutto generare insieme delle soluzioni.Ricevere parole “giuste”, che provengono dal cuore di “chi ben sa”.Le mamme che si tengono per mano, portano una luce rara e preziosa.
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