Le persone con disabilità e in condizione di fragilità, compiono ogni giorno grandi sforzi per superare le difficoltà che derivano dall'interazione tra l'ambiente, le persone e le loro caratteristiche.

Sostenuti e accompagnati dalle loro famiglie, cercano la loro strada, alle prese - come tutti - con bisogni, desideri, passioni, temperamenti.

Spesso le loro vite sono attraversate da una tensione continua al migliorarsi, al ridurre il divario dalle persone a sviluppo tipico, all'essere sempre più adeguati alle richieste di performances elevate che il mondo sociale, scolastico, lavorativo, richiedono.

Con il rischio di vivere quotidianità stressanti e per nulla aderenti alla propria indole e al proprio modo di concepire la vita.

Con la certezza di cadere nel meccanismo dell'"abilismo", parola con cui si indica un mondo pensato e costruito senza tenere in considerazione le persone che presentano fragilità ed impedimenti fisici, intellettivi, sensoriali, comunicativi.

Con la conseguenza che chi non rientra nel concetto di "normalità" viene escluso dalla società, ghettizzato e discriminato perché "non abile".

Si tratta quindi di discriminazione, di un vero e proprio paradigma culturale e sociale che non tiene conto del concetto di diversità, che va ad influenzare e compromettere anche il modo con cui le persone con disabilità osservano se stesse.

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ARIA desidera impegnarsi per ribaltare tale concezione; per creare percorsi, iniziative, spazi, progetti, corsi, incontri che possano diffondere nuovi progetti e nuove sensibilità, che permettano ad ogni persona di sentirsi parte attiva della comunità in cui vive e risiede.

In particolare, ARIA si propone di raggiungere tale obiettivo attraverso quattro aree importanti:

1.Capacitazione ed empowerment delle persone con disabilità e loro famiglie.

Il Capability approach è una metodologia elaborata dall'economista Amarthya Sen e riguardante tutte le persone, non solo quelle con disabilità.

Si occupa sopratutto di come interagiscono reciprocamente questi 3 aspetti: il benessere individuale; le regole sociali e gli aspetti culturali; le politiche che vengono messe in atto. Tali aspetti - per quanto riguarda le persone con disabilità - sono proprio le componenti che permettono o non permettono di autodeterminarsi.


A partire da questo modello - che non vuole tanto descrivere o spiegare le disuguaglianze, quanto invece indicare modalità pratiche per superarle - diventa fondamentale accompagnare la persona con disabilità e tutta la sua famiglia in un percorso che possa ampliare al massimo il proprio "set di capability", ossia l'effettiva libertà che una persona possiede di scegliere quale tipo di vita condurre in ogni ambito (familiare, abitativo, scolastico, lavorativo, sociale...), aumentando le possibilità di ciò che la persona può essere e fare.


Un altro concetto fondamentale è quello dell'empowerment, definito come senso di autoefficacia, di partecipazione e collaborazione, come sensazione di avere il controllo dei processi che riguardano la propria vita, la comprensione dell'ambiente e del contesto, l'accesso alle risorse e l'azione condotta in prima persona (Wakimizu et al., 2011; Murray et al., 2013).

A partire da questi presupposti, ARIA intende rivolgersi alle persone con disabilità e loro famiglie per:


  1. Stimolare la consapevolezza di sé, dei propri limiti così come delle proprie possibilità, dei propri bisogni così come dei desideri e sogni, trovando le strategie e i supporti migliori per superare gli ostacoli dati dalla propria disabilità e dalla condizione di fragilità; sostenere la possiblità di raggiungere la massima autonomia e perseguire i propri obiettivi personali e familiari; supportare la necessità di assumere in capo alla persona e alla famiglia la regia del proprio progetto di vita.


  1. Favorire la conoscenza dei fattori ambientali e sociali che limitano la propria realizzazione e autodeterminazione, cercando di aumentare la propria capacità di conversione, cioè, riuscire a trasformare il ventaglio di opportunità incontrate nella propria vita in possibilità reali.


  1. Informare sulle politiche in atto e sulle leggi passate e presenti che riguardano la vita delle persone con disabilità; incoraggiare la conoscenza approfondita dei propri diritti, indagando ogni modalità, supporto, sostegno a disposizione per vivere una cittadinanza attiva e partecipe.


2.Sensibilizzazione/informazione sulle disabilità.

Parallelamente alla capacitazione ed empowerment delle persone fragili e con disabilità, ARIA prevede di mettere in atto iniziative di sensibilizzazione ed informazione aperte a tutta la popolazione.


L'obiettivo è quello di favorire la conoscenza della disabilità; le quotidianità, le sfide e i traguardi di chi la vive ogni giorno.

ARIA intende utilizzare ogni linguaggio possibile per cercare di abbattere le barriere - architettoniche, ma soprattutto culturali e sociali - che ostacolano la vita inclusa, piena e partecipata delle persone con fragilità e disabilità.


A titolo esemplificativo, ARIA organizza incontri e serate divulgative, video proiezioni e mostre, concerti e laboratori; produce comunicazioni digitali, cartacee e video "in pillole"; promuove momenti di scambio, di confronto, di comunità inclusiva.

3.Formazione dei contesti.

La capacitazione e l'empowerment delle persone a poco valgono se i contesti di vita quotidiana non sono formati e pronti; non sono capaci di uno sguardo "naturale", centrato sulla persona e non sulla disabilità; non mettono in atto strategie, supporti e comportamenti adeguati a favorire l'esperienza positiva, serena e partecipata della persona con disabilità o in condizione di fragilità.


ARIA intende dunque prendere in considerazione i contesti di vita, analizzando quali siano le barriere architettoniche, culturali, comunicative che non ne permettano la fruizione e la partecipazione e predisponendo poi formazioni specifiche, strategie e supporti per modificare non solo l'ambiente, ma anche i pensieri e i comportamenti.


In particolare, ARIA lavora per rendere i contesti facilitatori.


Contesti quindi dove vengano supportati gli sforzi comunicativi della persona; vengano sostenute l'intenzionalità e l'iniziativa comunicativa di ogni individuo; venga reso accessibile l'ambiente, soprattutto dal punto di vista della comunicazione e dell'autodeterminazione.

4.Formazione degli operatori e dei volontari.

Le scelte da compiere per immaginare un futuro in cui, dopo il ciclo scolastico, poter ampliare le prospettive dei figli o parenti con disabilità, sono difficili e da affrontare il più presto possibile durante la fase di crescita.


Alcune famiglie hanno maturato - e tante stanno maturando - l'esigenza di poter riconoscere alla persona con disabilità il diritto di autodeterminarsi e di non essere inseriti in strutture diurne e residenziali: predisporre a casa propria l'assistenza e il progetto educativo; prevedere un team di operatori che supporti la persona nei propri spazi abitativi e in una quotidianità maggiormente spesa in attività inserite nei contesti sociali frequentati da tutta la collettività.


Per tale ragione, diventa fondamentale pensare a percorsi di formazione dedicati agli operatori, agli "addetti ai lavori" e ai volontari.

Gli educatori professionali e gli operatori sociosanitari sono i principali protagonisti degli attuali scenari professionali dedicati alla disabilità e ai soggetti con fragilità, ma i percorsi formativi finora attuati sono orientati alla dimensione lavorativa maggiormente diffusa: la struttura diurna o residenziale.

La ricerca di educatori, oss, assistenti alla persona formati è la necessità crescente delle famiglie. Spesso si scontra con ricerche che non portano risultati o portano all'incontro di una offerta di lavoratori disorientati verso la specificità del lavoro "a casa" e in "spazi non protetti". Importanza fondamentale è assunta dalla durata del progetto e la capacità dei lavoratori di assumere un impegno lavorativo di lungo periodo.

Il numero di famiglie che vogliono gestire i fondi destinati all'assistenza in modo autonomo e consapevole, ottimizzando risorse con progetti ponderati ed equilibrati rispetto alle esigenze specifiche della persona, è in aumento. La concreta possibilità di riuscire a farlo è un ostacolo da superare con molte difficoltà.

ARIA si pone l'obiettivo di fare chiarezza, dare orientamento ai datori di lavoro e ai lavoratori, in un nuovo modo di pensare alla persona con disabilità o in condizione di fragilità e le prestazioni professionali corrispondenti.

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La formazione e l'informazione destinata alle famiglie è dedicata alla creazione di competenze tecniche operative:

  1. Quale professionista?
  2. Quale contratto e con quali costi?
  3. Come gestire il rapporto di lavoro e un gruppo di operatori in team?
  4. Come scrivere il progetto?
  5. Come reperire i fondi necessari?

La formazione degli operatori si orienta verso l'attuazione di corsi destinati a persone in cerca di occupazione e persone già operanti nell'ambito sociale:

  1. Corsi per educatori ed OSS per raccordare prassi operative del lavoro domiciliare e riferito ad un progetto di vita personalizzato;
  2. Corsi per assistenti all'infanzia al fine di formare persone capaci di offrire occasioni di supporto e sollievo ai genitori, condividendo la cura dei figli fin dai primi anni di vita;
  3. Corsi per assistenti alle autonomie e alla domiciliarietà, al fine di prevedere una professionalizzazione più strutturata nella cura della persona a casa (inquadramenti BS E CS nel CCNL) in un'ottica educativa e di crescita, non solo di assistenza fine a sé stessa e in rete con altri professionisti;
  4. Corsi di assistenza alla persona con disabilità, per fornire competenze di base in ambito di bisogni specifici e diverse tipologie di disabilità fisica, intellettiva, sensoriale, apprendendo strumenti educativi e comunicativi.


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In ultimo, ma fondamentale per la vita associativa, ARIA desidera formare i volontari che a vario titolo regalano tempo, energie e competenze per la buona riuscita delle attività, degli eventi, degli incontri, delle iniziative associative. O che desiderino accompagnare una persona con disabilità per un tratto di strada, nelle esperienze e attività quotidiane.