In un momento storico dove è forte e generalizzato il senso di solitudine, ARIA si propone come luogo fisico - con ampi spazi interni ed esterni - dedicato all'incontro, alla condivisione, al supporto reciproco.Il luogo individuato è Cascina Marquet, un edificio del 1800 recuperato in parte e messo a disposizione di ARIA dal comune di Boves.Si è scelto questo spazio perchè offre da subito molte possibilità di utilizzo - interne ed esterne - nonchè opportunità di sviluppo progettuale future, essendoci una parte del caseggiato ancora da ristrutturare.Per la comunità bovesana questo luogo è stato sempre punto di riferimento importante per lo sport, la natura, lo svago, il divertimento, l'aggregazione di fasce d'età molto diverse.Da anni è invece uno spazio per lo più inutilizzato e privo di occasioni, a rischio vandalismo.L'obiettivo è dunque di ridare vita a Cascina Marquet, presidiando e riqualificando lo spazio, rendendolo un posto vivo, ricco di possibilità, occasioni, scambi, incontri, relazioni.
I 3 aspetti dell'ascolto a cui ARIA vuole dedicare il proprio lavoro associativo sono:L'ascolto delle storie e delle vicende delle famiglie;l'ascolto dei bisogni e dei problemi;l'ascolto dei desideri e delle idee per il futuro, per realizzare ciò che si ritiene necessario secondo esperienze di vita concrete.I ragazzi e le ragazze con disabilità si trovano spesso in difficoltà ad uscire semplicemente di casa, a trovare spazi capaci di accoglierli con spontaneità e calore.I familiari necessitano della possibilità di coltivare tempo di qualità, relazioni, socialità, svago in aree adatte e adattabili: sia per stare con i propri cari con le accortezze necessarie, sia per passare momenti di autonomia e di sollievo potendosi affidare a spazi capaci di sostituirsi a loro in modo adeguato.Ascoltare è il primo passo per comprendere ogni famiglia, con i suoi specifici bisogni unici e irrinunciabili.Creare un clima di accoglienza e solidarietà, in cui rendere più semplice aprire il proprio cuore a chi sa comprendere a fondo, grazie ad esperienze comuni ed una solida preparazione, è il primo passo verso la fiducia.Sentire di potersi "affidare" è la spinta fondamentale per affrontare la realtà che si sta vivendo e che spesso appare insormontabile.
La Convenzione ONU, risalente al 2006 e diventata Legge italiana con la ratifica del 3 marzo 2009, è un testo incredibilmente ricco e completo in tutte le sue osservazioni e direttive.In premessa si legge:"Preoccupati per il fatto che, nonostante vari strumenti ed impegni, le persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione alla società come membri eguali della stessa e ad essere oggetto di violazioni dei loro diritti umani in ogni parte del mondo"Convengono che"Scopo della presente Convenzione è promuovere, proteggere e garantire il pieno ed uguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il rispetto per la loro intrinseca dignità"
Il personale delle strutture organizza attività di gruppo ed individuali, somministrazione dei pasti, gestione degli spostamenti in un'ottica di ottimizzazione di risorse e questo comporta che le persone non possano scegliere specifiche attività in specifici momenti, non possano scegliere dove stare, cosa fare, come trascorrere le giornate e con chi.Rimanere a casa e coltivare il proprio progetto di vita diventa una necessità crescente, in cui la consapevolezza di cosa sia necessario e come si organizzi è ambito di scoperta da parte di molte famiglie.
Spesso le loro vite sono attraversate da una tensione continua al migliorarsi, al ridurre il divario dalle persone a sviluppo tipico, all'essere sempre più adeguati alle richieste di performances elevate che il mondo sociale, scolastico, lavorativo, richiedono.Con il rischio di vivere quotidianità stressanti e per nulla aderenti alla propria indole e al proprio modo di concepire la vita.Con la certezza di cadere nel meccanismo dell'"abilismo", parola con cui si indica un mondo pensato e costruito senza tenere in considerazione le persone che presentano fragilità ed impedimenti fisici, intellettivi, sensoriali, comunicativi.Con la conseguenza che chi non rientra nel concetto di "normalità" viene escluso dalla società, ghettizzato e discriminato perché "non abile".Si tratta quindi di discriminazione, di un vero e proprio paradigma culturale e sociale che non tiene conto del concetto di diversità, che va ad influenzare e compromettere anche il modo con cui le persone con disabilità osservano se stesse.
Martedì 11 Luglio 2023 - presso la Camera dei deputati - ha avuto luogo la risoluzione in XII Commissione Affari sociali presentata dall'onorevole Ciancitto: un atto di indirizzo politico che ha richiesto al Governo di individuare ed attuare una serie di misure per porre rimedio alle condizioni di difficoltà così diffusamente riscontrate dalle persone con disabilità.L'Organizazzione Mondiale della Sanità stima che per le persone con disabilità (rispetto alle persone prive di disabilità) sia doppia la possibilità di trovare operatori e strutture inadeguate; sia tripla l'eventualità che venga loro negato l'accesso a cure sanitarie; addirittura quadruplicata la possibilità che vengano trattate senza rispettare la loro dignità. Come spesso accade, non esistono rapporti, statistiche o dati certi.