Luca ha 9 anni e scappa. Puoi portarlo fuori a passeggio solo trattenendogli la mano. Se provi a lasciargliela, se ti trova debole o distratto, corre via, non curante delle auto, dei pericoli. E così succede pure a casa. Serve tenere sempre tutto chiuso a chiave, sigillato. Porte, finestre, Velux. Tutto serrato per evitare evasioni incontrollate. Anche d'estate. E quel giorno, era proprio una rovente giornata estiva. La mamma, non sentendo più rumori, salì al piano di sopra e vide la Velux del bagno spalancata. Nonostante la regola del "tutto chiuso" sempre. In un attimo capì con terrore che Luca era riuscito ad aprire e di lì se n'era andato per tetti, con addosso solo un paio di mutande e le calze antiscivolo. Già...giornata rovente e calze antiscivolo indossate. Forse ciò che gli ha salvato la vita, permettendogli di camminare e correre sui tetti di tutto il quartiere senza scivolare. Infilandosi poi in casa di un ragazzo con la finestra aperta che, riavutosi dallo spavento procurato da un bambino che d'improvviso ti piomba dal cielo - senza saperti dire chi è, da dove viene - chiamò i Carabinieri. La mamma e il fratello maggiore, intanto, correvano per il quartiere alla sua ricerca, guidati solo dalla disperazione e dalla certezza di trovarlo precipitato dall'alto e morto. Lo videro invece qualche centinaio di metri più in là, chiuso nell'auto delle forze dell'ordine, al sicuro, sano e salvo. Elisa ha 5 anni, ma la notte piange. Si sveglia d'improvviso, a tutte le ore, e singhiozza in modo incontrollato. La mamma tenta di starle vicino, di calmarla, di farla riaddormentare. Ma nulla. Elisa urla senza sosta. La mamma le ha provate tutte, anche rivolgendosi a medici e terapisti. Analisi del comportamento, melatonina. Tutti tentativi vani. Facendosi guidare dall'istinto ha scoperto poi che l'unico modo per calmarla è tenersela addosso in fascia, tutta stretta e contenuta. E camminare, cantando ninna nanne. Finché la mamma passeggia e canta, per ore, tutte le notti, Elisa si calma. La mamma passeggia e canta con stanchezza e sfinimento. Con il sonno perso ogni notte. E con il dolore che le ha dato la comunicazione dell'amministratore di condominio: " Deve fare star zitta quella bambina. I vicini si sono lamentati. La notte deve esserci silenzio." "Già - pensa la mamma - sarebbe bello anche per me dormire la notte nel silenzio." Ma come? Erik ha 4 anni e non sa parlare. Gioca in solitudine, gli piacciono le macchinine. Ne studia ogni piccolo particolare. Le mette in fila. Per comunicare ti prende e ti trascina verso gli oggetti che desidera. Oppure, tenta di farti capire ciò che vuole. Ad esempio, quando desidera uscire, andare a passeggio, si avvicina alla porta d'ingresso e inizia a battere con insistenza. Non sempre è possibile andare subito. Magari devi finire un'incombenza domestica. O avere il tempo di vestirti. E lui intanto batte. Beninteso: non lo fa all'alba, di sera tardi, di notte. Capita solitamente nelle ore del pomeriggio. Ma comunque la vicina ha suonato il campanello: "Fate smettere quel bambino di battere, disturba." "È autistico, signora" - rispondono i genitori. Con il diritto sacrosanto di tutti a notti silenziose e riposanti. A poter guardare una serie TV o lavorare da casa senza colpi ripetuti sulla porta. Tenete conto che non sono bambini maleducati. Non sono genitori irrispettosi. È l'autismo. Serve tempo per comprenderlo, anche da parte delle mamme e dei papà. Serve tempo per mettere i bimbi nella condizione di poter comunicare disagi, malesseri, desideri, facendo così arretrare i comportamenti esplosivi. Perché tutti vorremmo una "casa dolce casa". Ma quando le case sono abitate dall'autismo, spesso tra le mura domestiche si vivono situazioni difficili e drammatiche. Sì, suonate il campanello. Ma per chiedere se hanno bisogno di aiuto. Di una commissione. Di mezz'ora di presenza per fare una doccia. Di 4 chiacchiere per sconfiggere la solitudine e distendere i nervi. Grazie se saprete comprendere ed esserci accanto.
*storie vere con nomi di fantasia