Cosa c'è di più piacevole, rilassante, facile, del fare una doccia?

Fresca e rigenerante quando il caldo estivo soffoca.

Calda e riposante quando si è intirizziti dal freddo.

Profumata, calma, rasserenante.

Insomma: un momento di puro benessere, alla portata di tutti, in qualsiasi momento.

Beh...

In realtà...

Non proprio tutti.

Non certo in qualsiasi momento.

Per noi caregivers certo non è così.

Non ci si può mettere in doccia se l'autismo fa arrampicare su mobili, davanzali, ringhiere, rischiando salti nel vuoto.

Se la paralisi cerebrale crea difficoltà respiratorie e di deglutizione tali da portare a soffocamento.

Se l'epilessia provoca cadute improvvise e impreviste, pericolose e drammatiche.

Se, dunque, l'impegno della cura, dell'assistenza, della gestione delle emergenze è quotidiano e continuo.


Quindi?

I caregivers quando fanno la doccia?

Non di certo quando ne avrebbero desiderio o bisogno.

Non di certo sostando sotto al getto, insaponandosi con dolcezza, assaporando momenti calmi di crema vellutata per il corpo.

Possono provarci, di gran corsa, alle 5.30 del mattino, quando - non sempre - ancora tutti dormono.

Oppure a notte fonda, quando la messa a letto è compiuta.

Ma - regalo dei regali - succede a volte che un amico o un familiare passi da casa.

Che lo si possa mettere "di vedetta" e ci si possa regalare 10, meravigliosi e infiniti minuti, di acqua che scorre sulla pelle.


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